Federico
Mainenti
Doping: perché il gioco non vale la candela?
10 novembre 2023
SpotifyMettiamo ordine a un fenomeno ormai troppo dilagante
Non passa anno che in questo periodo – post Mr. Olympia – il dibattito sul doping si riaccenda e infiammi le tastiere (perché ormai di dibattiti o scambio di opinioni serie ve ne sono poche nella realtà).
Si parte dal classico “se fossi dopato anche io sarei come loro” al “se avessi tempo e mi usassi il doping anche io potrei” ecc ecc..
Mettiamo subito un po' di punti fermi a queste chiacchiere da bar, perché non sono altro che questo: la risposta è NO, non saresti ne alle olimpiadi ne ai campionati nazionali e men che meno al Mr. Olympia se ti dopassi, te lo dico per certo.
Chiunque abbia praticato sport sa benissimo quanto sacrificio e duro lavoro ci voglia per avere il ben che minimo risultato, quindi se ti alleni due volte a settimana in mezz'ora e controvoglia, non ti preoccupare non ci arrivi al Mr. Olympia, ma nemmeno alla gara condominiale, o vincere il torneo di calcetto, ma puoi sempre continuare a polemizzare in spogliatoio o al bar con chi ti ascolta, e sentirti meglio, scelte.
Detto questo passiamo ora alle cose serie, il doping in realtà esiste ed è praticato da molto moltissimo tempo a livello agonistico ma negli ultimi anni in realtà è dilagato anche tra gli amatori di vari sport dalla corsa, al ciclismo alla sala pesi.
Il maratoneta Thomas Hicks, il quale, nel 1904 vinse con l'aiuto di stricnina e brandy fornito dai suoi assistenti durante la gara e collassò dopo aver raggiunto il traguardo.. Fonte wikipedia
Ma cos'è il doping?
“Costituiscono doping la somministrazione o l´assunzione o la somministrazione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l'adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche e idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell'organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti".
È quanto cita l'art. 1 della Legge 14 dicembre 2000, n. 376 che disciplina in Italia la tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping.
O sempre secondo wikipedia:
ll doping consiste nell'uso da parte di un atleta di una sostanza illecita, di una droga o di una pratica medica a scopo non terapeutico, ma finalizzato al miglioramento dell'efficienza psico-fisica durante una prestazione sportiva (gara o allenamento), agonistica e non.
In poche parole tutto ciò che da una mano a migliorare la performance a livello fisico o psico-fisico in modo illecito, che causa danni alla salute umana.
Ora che abbiamo una e più definizioni di doping, sappiamo che è un reato di livello penale e sappiamo anche che causa problemi alla salute ma perché negli ultimi anni si è diffuso sempre di più?
Partiamo dalle ragioni di ordine economico, si stima che il mercato dei farmaci dopanti e terapie annesse valga milioni di € e quindi facilmente intuibile perché queste pratiche difficilmente tenderanno a diminuire nonostante la pericolosità .
Analizzando invece i motivi psicologici e legati alla società ricordiamoci che viviamo in una società fatta di immagini e apparenza, sempre puntata alla performance migliori costi quel che costi, perché chiunque apre i social network vede corpi femminili e maschili perfetti, performance di alto livello, ma nessuno si sofferma da un lato su quanto tempo ci sia voluto per arrivare a quei kg mossi, a quel movimento fatto in modo perfetto e dall'altro lato quante modifiche su foto e video siano state apportate.
Tutto ciò crea un perfetto mix esplosivo nella mente delle persone che cercano a tutti i costi di migliorare, magari i primi tempi sono pure armate di buone intenzioni, poi però vengono risucchiate in un circolo vizioso che porta solo a pericolosità per la propria salute (e anche per la fedina penale).
Per quel che riguarda invece la pratica dopante in se e per se, cercando per internet e raccogliendo da vari documentari e testimonianze su chi ha fatto uso di doping – parliamo di sala pesi e culturismo, ma anche campioni olimpici - mediamente si parla di persone con ALMENO una diecina di anni di allenamento alle spalle in sala pesi, o nella disciplina di riferimento, partendo già da una base estremamente buona a livello genetico.
Cioè questi atleti avevano già delle doti naturali al di sopra della medie e in più si sono allenate con costanza, dieta su misura per loro, in modo serio (non saltando le serie perché oggi non mi va, o allenando le gambe a calcetto) e molto duro lavoro per ALMENO dieci anni arrivando a livelli elevati.
Solo che le competizioni a cui ambiscono richiedono un livello ancora maggiore e quindi si entra nel mondo del doping, ma lo fanno investendo in un equipe medica, allenatori e supporti a livello psicologico in modo da minimizzare effetti negativi, proprio perché li conoscono bene gli effetti negativi, e parliamo sempre di sportivi professionisti, cioè lo fanno per lavoro.
Se un vostro amico vi propone la soluzione magica, la scorciatoia perché è il classico personaggio che si fa le schede da solo e non ha mai avuto risultati, ma secondo lui è solo una questione di doping prendetevelo sotto braccio e accompagnatelo alla porta e magari chiamate pure i servizi sociali, gli fate un piacere e soprattutto lo fate a voi.
Non ci sono dosi sicure, non avete così tanti soldi e sponsor da poter investire, e rischiare infarti o tumori (magari avete pure una famiglia alle spalle ve lo ricordo) per avere quel cm in più sul bicipite o vedervi più belli in spiaggia, semplicemente perché non avete lavorato bene in palestra durante l'anno.. beh come dice lo zio Arnold “guardatevi allo specchio, ma guardatevi bene, cercate di capire il colore dei vostri occhi, guardate l'immagine allo specchio” e chiedetevi se ne vale la pena. Penso sappiate già la risposta.
Federico Mainenti – fitness coach